Il suo nome deriva della dea greca Iris, che con le sue grandi ali d’oro portava agli uomini i messaggi di Zeus. L’irisina infatti, una volta rilasciata dal muscolo, circola nel sangue mettendo in comunicazione i diversi tessuti del nostro organismo e producendo benefici che vanno oltre la capacità di bruciare i grassi.
Recentemente, un gruppo di ricercatori della University of Florida Health hanno cercato di comprendere meglio come l’irisina sia capace di convertire le cellule di grasso bianco (che immagazzinano le calorie) in cellule di grasso bruno che bruciano energia.
I ricercatori hanno raccolto cellule adipose donate da 28 pazienti sottoposti a chirurgia di riduzione del seno. Dopo aver esposto i campioni all’irisina, hanno trovato un aumento quasi quintuplicato delle cellule che contengono una proteina nota come UCP1 che è cruciale per la “bruciatura” dei grassi.
I risultati, pubblicati sull’American Journal of Physiology – Endocrinology and Metabolism, mostrano che l’irisina può aiutare a combattere l’obesità e il diabete e questo studio è ritenuto il primo del suo genere ad aver esaminato gli effetti di quest’ormone sul tessuto grasso umano e sulle cellule adipose.
Sin dalla sua scoperta nel 2012 ad opera di Bruce Spiegelman (un biologo cellulare della Harvard Medical School), l’irisina è stata oggetto di una vasta gamma di studi che hanno dimostrato come, oltre alla capacità di bruciare grassi ed evitare il formarsi di tessuto adiposo, l’ormone dello sport produce molti altri benefici per la salute, tra cui migliorare la funzione cardiaca aumentando i livelli di calcio richiesti per le contrazioni cardiache e ridurre l’accumulo di placca arteriosa prevenendo così l’aterosclerosi.
Le scoperte sul ruolo dell’irisina nella regolazione delle cellule di grasso fanno luce su come l’allenamento aiuti le persone a rimanere magre, afferma Li-Jun Yang, professore di ematopatologia nel dipartimento di patologia, immunologia e medicina di laboratorio dell’UF College of Medicine. Ed ancora, lo stesso Yang: “invece di sperare in un farmaco miracoloso, puoi aiutare te stesso cambiando il tuo stile di vita. L’esercizio produce più irisina, che ha molti effetti benefici tra cui la riduzione del grasso, ossa più forti e una migliore salute cardiovascolare.”
Yang e i suoi collaboratori hanno scoperto che l’irisina è capace di ridurre dal 20 al 60% il numero di cellule adipose mature.
I ricercatori ritengono che l’irisina sia capace di ridurre l’accumulo di grasso nel corpo attraverso una complessa reazione a catena che ostacola un processo mediante il quale le cellule staminali indifferenziate vengono trasformate in cellule adipose. L’irisina sembra anche provocare simultaneamente la differenziazione delle cellule staminali nelle cellule che formano l’osso.
In sintesi, i benefici dell’irisina:
- brucia-grassi: converte le cellule adipose bianche in cellule brune attraverso il “browning”, impedendo il formarsi di grasso
- produzione di nuovo tessuto osseo, combattendo così l’osteoporosi;
- sviluppo di nuove cellule nervose ed incremento del numero di sinapsi, migliorando memoria, apprendimento e capacità cognitive.
Secondo alcune indagini da laboratorio si è proprio evidenziato che durante l’attività fisica aumentano i livelli di irisina nel cervello, stimolando la memoria e l’apprendimento e recenti ricerche fatte sulle cavie e poi sull’uomo, hanno individuato l’importanza dell’irisina ai fini del metabolismo, bruciando i grassi e facendo dimagrire. Infine, ricerche italiane hanno evidenziato la capacità di questo ormone nella crescita del tessuto osseo.
L’irisina è stata scoperta nel 2012, dal ricercatore statunitense Spiegelman che dopo aver riscontrato il suo sviluppo sulle cavie di laboratorio, non ne evidenziò sull’uomo, cosicché la ricerca venne abbandonata. Venne ripresa in seguito, cambiando metodo di ricerca e con una tecnica chiamata “spettrometria di massa“, si evidenziò la presenza dell’ormone in 10 pazienti di 25 anni. I ricercatori americani hanno condotto l’esperimento sottoponendo alcuni giovani ad attività fisica per alcune ore a settimana per la durata di tre mesi. Altri ragazzi, al contrario, hanno condotto una vita sedentaria per lo stesso periodo. A conclusione dell’esperimento, si è evidenziata la quantità di irisina nel sangue, che era bassissima in coloro che non avevano fatto attività fisica, viceversa, era molto alta negli altri ragazzi. Per questo l’irisina è stata denominata l’ormone dello sport, collegando i benefici dell’attività fisica al metabolismo e al sistema cardiovascolare. Studi effettuati dall’equipe americana del Baylor College of Medicine, hanno evidenziato i benefici sul cervello di una sostenuta attività fisica. Sono stati sottoposti a dei test dei soggetti dopo che avevano fatto corsa a piedi e il loro livello intellettivo era maggiore di coloro che avevano condotto vita sedentaria.
Si è arrivati, perciò, alla conclusione che l’esercizio fisico aiuta il cervello nell’apprendimento e potenzia la memoria ed il ragionamento. Dal 2015, l’ormone irsina è stato oggetto di diversi studi internazionali, ma anche italiani e le prove in ambito di ricerca, quindi, si fanno sempre più promettenti e solide, ma per chiamarle “evidenze” dobbiamo ancora aspettare nuovi studi.