Numerose sono le ricerche scientifiche che mostrano come gli stili di vita siano cambiati, una volta c’erano le passeggiate con mamma e papà, le arrampicate sull’albero, i letti di foglie, i prati su cui rotolare, la possibilità di giocare liberi in natura. Oggi la natura è sempre più lontana dalla vita dei bambini e le cause sono molteplici: la paura del traffico, paura dei “ladri di bambini”, il giocare in casa è ritenuto meno pericoloso del giocare all’aria aperta, viene ormai vietato anche il gioco della palla nei giardini condominiali, fino ad arrivare alla dipendenza dagli schermi.
Un bambino di sei anni ha già passato un anno della sua vita davanti ad uno schermo, i passatempi preferiti sono diventati la televisione, il telefonino, il computer ed i videogame. Gli adolescenti utilizzano i social network come forma di comunicazione privilegiata con i coetanei chiudendosi in casa. Per la prima volta nel 2005 viene usata dal giornalista e co-fondatore del Children & Nature Network, Richard Louv nel suo libro “Last child in the woods”, la definizione di “Deficit di natura” descritto come “una progressiva alienazione dalla natura che comporta un minor utilizzo dei sensi, problemi di attenzione ed un maggior numero di malattie fisiche ed emotive”.
Oggi i dati ci mostrano evidenti ripercussioni di questo stile di vita sia sul fisico sia sulla psiche.
Verranno presentate una serie di ricerche e di articoli tratti dalla rassegna stampa, utili per approfondire e migliorare le conoscenze sui benefici garantiti dal contatto con la natura alla salute dei bambini. I testi proposti esplorano la dimensione del rapporto tra natura e benessere, dimostrando che la vita all’aperto ha un valore straordinario nello sviluppo della personalità e negli equilibri psico-fisici, soprattutto dei bambini; viene inoltre evidenziato il ruolo del gioco all’aperto per il loro lo sviluppo fisico e cognitivo. Alcuni articoli meno recenti, testimoniano come l’emergere del problema natura/salute/bambini sia stato portato a conoscenza del pubblico, dalla stampa, già da molto tempo. La presenza di alcuni articoli in lingua inglese è un segnale evidente della dimensione internazionale del problema.
A total of 429 young adults (mean age 20.7 years) recruited from different forums dedicated to video games took part in the study and filled a questionnaire including type of video game use, the Game Addiction Scale, the TAS-20 (evaluating alexithymia) and the HADS (evaluation anxiety and depression). In the whole sample, being alexithymic, depression scores, and anxiety scores were associated with IGD. Nevertheless, results differed depending on gender and type of games played. In male gamers, being alexithymic, being young, and having high anxiety and depression scores was associated with IGD. In female gamers, having less than a high school education and a high depression score was associated with IGD. In MOBA gamers, only the difficulty describing feelings factor was associated with IGD while in MMORPGs gamers, graduation from high school and anxiety scores were associated with IGD. Playing MOBA games could be a strategy to regulate emotions while playing MMORPG appears to be a maladaptive coping strategy to deal with negative affective disturbances. Gender and gaming type are important factors in the relationship between alexithymia, depression, anxiety and IGD. These results have some interesting clinical implications, which are discussed.