L’ IGD è dunque un disturbo che coinvolge l’individuo nella sua totalità che, secondo alcune stime, nel nostro Paese vede a rischio circa 270 mila individui, maschi nella maggior parte dei casi, in una fascia d’età compresa tra i 12 ed i 16 anni. Premesso questo e al fine di produrre una documentazione il più possibile puntuale ed esaustiva delle richieste di questa prima fase progettuale, sono necessarie alcune premesse. “Preveniamo le dipendenze con lo sport, la natura e la cittadinanza attiva” si è rivelato essere un progetto pilota, sperimentale sul nostro territorio nazionale, pertanto evidenzia sin da un primo approccio generale alla letteratura scientifica, aree lacunose di dati su alcune tematiche oggetto di interesse. Le prime criticità si sono riscontrate in merito al target preso in considerazione. Manca infatti, soprattutto sul territorio italiano, una adeguata esamina delle caratteristiche del gamer nella fascia considerata e compresa tra i 6 e i 18 anni, per ragioni per lo più legate a fattori culturali. Nella cultura asiatica, ad esempio, il fenomeno è decisamente più radicato e più studiato. (Basti pensare agli Hikikomori)
Questo primo approccio alla ricerca scientifica sui fattori di rischio socio-culturali, ambientali, familiari che possono portare al manifestarsi di un IGD, porta a concludere che, per quanto questa condizione antropologica di iperconnessione coinvolga ormai tutti, gli individui più vulnerabili appartengono al target da noi preso in riferimento, ma di cui pure esistono meno studi a riguardo. Soggetti maggiormente esposti a pressioni normative da parte del contesto scolastico, familiare e/o del gruppo dei pari, che risentono di un coinvolgimento familiare scarso e/o poco supportivo, con una rete sociale reale poco stimolante, un background culturale medio-basso, risultano più inclini a sviluppare un IGD. Anche la quantità di tempo e di danaro a disposizione sono risultati essere indici importanti di rischio.
Per quanto riguarda il tipo di coinvolgimento delle aree cerebrali e le possibili alterazioni dovute ad IGD si è considerato il ruolo del circuito della ricompensa della dopamina e il deficit nel circuito striatale frontale per l’inibizione della risposta, in particolare il funzionamento dell’area motoria supplementare come stati alterati dovuti ad un uso patologico del gaming. Questi tre indici riguardano l’area dell’addiction, del disturbo di ADHD spesso associato all’IGD, il mancato controllo degli impulsi e un ridotto controllo selettivo e inibitorio. La sensazione di benessere psicofisico, effetto della sregolazione del sistema della gratificazione dovuto all’aumento della dopamina nel nucleo accumbens, col tempo tende a diventare prepotentemente primaria. Ciò che ne risulta è rappresentato dalla trasformazione di tale sensazione di benessere psicofisico in una percezione di ansia o di angoscia e in un desiderio compulsivo intenso (il craving) di riprendere il comportamento d’abuso.
Si è infine pensato di procedere concentrando il focus sulla sfera emozionale di un gamer con IGD, sui tratti di personalità che motivano la scelta di un gamer a fronte di un altro e la modalità di gioco prescelta, sulle alterazioni del proprio vissuto emozionale generate da un uso patologico del gaming. Le dipendenze da Internet sono più frequenti in persone che presentano una fragilità emotiva di base. In più dei 50% dei casi si attivano in soggetti che vivono preesistenti difficoltà psicologiche, psichiatriche o familiari o eventi di vita sfavorevoli. Spesso, in queste persone, l’uso di Internet viene vissuto come un tentativo di compensare le problematiche relazionali reali o di evadere dalle difficoltà e dalla sofferenza emotiva. Altri studi sottolineano come il disturbo da Internet sia fortemente sollecitato da un assetto interiore carente, un interior locus of control debole, da sentimenti di solitudine, da difficoltà ad investire libidicamente la realtà. Personalità, quindi, caratterizzate da tratti ossessivo-compulsivi, tendenza al ritiro sociale, inibizione relazionale, disturbi inerenti l’area affettiva, instabilità emotiva e scarso controllo delle emozioni. La conseguenza di questo habitus psicofisiologico implica desensibilizzazione, perdita d’interesse verso la vita, iperattività, disturbi dell’attenzione, ansia, difficoltà nel prendere decisioni, demotivazione, anedonia, depressione, difficoltà relazionali.
Cambiando il punto di vista però ci si accorge che queste caratteristiche, se da una parte fanno da sfondo al comportamento di dipendenza, a un IGD, dall’altro sono già dei segnali sulle possibili linee guida da tracciare per prevenire un IGD.
I fattori protettivi pertanto potrebbero essere: solidi legami familiari e affettivi, attenzione rivolta ai tempi e alle modalità di gioco a partire dall’infanzia, rete sociale favorevole, supporto allo studio, impegni in attività extra scolastiche, attività sportiva, soddisfacenti relazioni tra pari.